Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
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dalla Galilea venne al Giordano |
Matteo racconta due eventi che si intrecciano tra loro: la venuta di Giovanni il Battista e la venuta di Gesù. Ambedue sono introdotti dallo stesso verbo: venne.
Di Giovanni si dice che predicava con forza, senza peli sulla lingua, le sue erano parole di fuoco che lasciavano poche vie d’uscita.
Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati (Mt 3,5-6).
Egli annunciava il Messia imminente pieno di forza e di rigore: Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile (Mt 3,12).
La venuta di Gesù, invece, contrasta con l’immagine che Giovanni aveva di lui. Questo giovane viene dalla Galilea per farsi battezzare, si confonde con i peccatori, nulla lascia intravedere l’energia che invece gli era attribuita. Come può il Messia, il mandato da Dio, riconoscersi peccatore e sottomettersi ad un gesto penitenziale? Anche i primi cristiani sono perplessi, per questo [non lo troviamo nei paralleli di Marco e Luca] Matteo escogita uno stratagemma e fa dire a Giovanni: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?»
Ci sarebbe da domandarci quale debba essere la risposta dei cristiani davanti a tanti urlatori che chiedono soluzioni radicali, l’uso della forza, o che paventano punizioni divine per i malaffari dell’uomo, o addirittura interpretano i fatti della storia come interventi della potenza divina per umiliare l’uomo peccatore. |
Lascia fare per ora |
La risposta del Signore, che ha fatto trasalire certi pensatori radicali è semplice. China la testa, prende su di sé il peccato della umanità e si lascia battezzare. Inizia così il cammino verso la Croce.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori (Is 53,4).
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio (2Cor 5,21).
È proprio di giustizia che parla Gesù [nel suo vangelo Matteo usa la parola giustizia undici volte]: è lo sguardo del Signore che sprofonda nel futuro, che già vede il compimento di ogni Promessa. È affermazione della sua Fedeltà all’Amore, il suo abbandono all’azione di Dio, è la sua Benedizione sull’uomo. Gesù è pura trasparenza del volere del Padre, è pura e spontanea eco della volontà del Padre (H. U. von Balthasar). |
si aprirono per lui |
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: Matteo sembra non dare troppa importanza al battesimo in quanto tale, lo relega in una espressione secondaria mettendo, invece, in risalto il verbo uscire.
Colui che ha fatto uscire da Ur dei Caldei (Gen 15,7) Abramo, che ha fatto uscire dalla terra d'Egitto (Es 29,46) il popolo d’Israele liberandolo dal potere di Faraone, che fa uscire il popolo cieco, che pure ha occhi,
i sordi, che pure hanno orecchi (Is 43,8) dalla schiavitù di Babilonia, adesso fa uscire dall’acqua Gesù e con lui l’umanità intera verso un cammino di liberazione.
Per lui si aprirono i cieli, ma non solo per lui perché in lui e con lui tutta l’umanità scopre la comunione d’amore col Padre e lo Spirito Santo che discende non verso (eis, come in Marco), ma sopra (epi) di lui. L’opera che Gesù sta iniziando è comunione col Padre, manifestazione della potenza nello Spirito Santo.
Come la missione di Cristo inizia con il battesimo in una dimensione trinitaria, così il vangelo di Matteo termina con l’invito a battezzare tutti i popoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (28,19).
Nel battesimo inizia la missione di ogni cristiano che, fatto per grazia figlio nel Figlio, riceve lo Spirito Santo con la cui potenza annuncia e anticipa il Regno di Dio in questo mondo. |